Elena B. “Ribbons”
Elena B. “It’s a rainy day”
“L’ottavo giorno” di Michele Rosania
L’OTTAVO GIORNO un film di Michele Rosania
Prodotto da: Michele Rosania, Roberto Sbravati per FROG e Michele Altieri
Produttore esecutivo: Claudio Cadario e Michele Rosania
Soggetto e sceneggiatura: Michele Rosania
Musica: Rodolfo Giardina
Direttore della fotografia: Michele Rosania
Costumi: Laura Celesti
Make-up: Maresca Gambino e Giacomo Clerici
Falegname: Simone Testani
Fabbro: Fabio Zacchei
Suono e audio: Rodolfo Giardina
Effetti speciali: Giacomo Clerici e Maresca Gambino
Operatore seconda camera: Christian De Santi
Capo attrezzista: Simone Testani
Montaggio: Michele Rosania
Foto di scena: Christian De Santi
Con: Giorgio Colangeli, Leonardo Capuano, Claudio Cadario, Felicia Di Pasquale
Regia: Michele Rosania
Un prete (Giorgio Colangeli) si aggira pensieroso presso un antico convento, è sempre più tormentato da incubi che mettono in dubbio la sua fede, questo fino al giorno in cui i suoi pensieri e i suoi incubi sembrano prendere vita.
Ed ecco apparire Cristo (Claudio Cadario) che, deluso dal genere umano che sembra avere ormai perduto ogni barlume d’umanità e di bontà, decide di scendere dalla croce e lasciare il mondo al suo destino. Tutto questo mentre compare dall’ombra una misteriosa figura dallo sguardo vitreo (Leonardo Capuano), è il diavolo, che viene a prendersi finalmente dopo millenni il genere umano sotto lo sguardo intenso e carico d’umanità di una figura femminile (Felicia di Pasquale).
Cristo ormai disceso dalla croce posa la sua corona di spine sulla testa del diavolo che a questo punto, oltre agli onori si dovrà fare carico anche degli oneri di questa sua vittoria, ma anche per lui reggere il peso dell’umanità è un qualcosa di troppo pesante e così crolla sopraffatto sotto il peso di una responsabilità troppo grande, mentre la corona di spine si conficca sempre più nella sua testa.
Ed è proprio a questo punto che la figura femminile si volge verso di lui e con amorevole compassione e pietà pulisce e cura le sue ferite.
Proprio questo gesto di carità e amore fa tornare Cristo sui suoi passi, dandogli la speranza che forse tutto non è ancora perduto, che nell’uomo esiste ancora umanità e compassione. Ripercorrendo le tappe della via Crucis tra l’indifferenza del mondo contemporaneo tornerà sulla croce per una nuova speranza.
Speranza che forse risiede nel genere umano stesso, che può trovare dentro di sé la forza per risollevarsi e così l’anziano prete, continuando ad aggirarsi per l’antico convento può, forse, avere un sorriso sulle labbra.
“Mago di Oz” – Kaos Balletto di Firenze
“MAGO di OZ”
produzione Kaos – Balletto di Firenze
coreografie di Roberto Sartori
con Alessia Fancelli, Gianmarco Norse, Cristian Fara, Daniele Salvitto, Claudia Landone, Chiara Prina, Yoav Bosidan, Valeria Gurzillo, Alessia Di Pietro, Paloma Dionisi, Elena Cestaro
Musiche originali di Kousagi Project
Un tornado trasporta la piccola Dorothy, che vive in una fattoria del Kansas con gli zii, “al di là” dell’arcobaleno, nel fatato paese di Oz, un mondo sognato, dove incontra strane creature che non sono altro che deformazioni fantastiche delle persone che la circondano ogni giorno: una strega buona e una cattiva, uno spaventapasseri senza cervello, un leone codardo, un omino di latta, un mago che non è quel che sembra. Una storia senza tempo uscita dalla penna di Lyman Frank Baum, un caposaldo della letteratura per l’infanzia negli Sati Uniti. “Un libro – ha scritto Samuel Rushdie – che ha la sua forza nel mostrare l’inadeguatezza degli adulti, anche di quelli buoni, e nel farci vedere come la debolezza dei grandi costringa i bambini a prendere in mano il loro destino”. La versione di Kaos Ballet sfrutta tutte le implicazioni del libro e crea uno spettacolo articolato sia da un punto di vista drammaturgico che scenico. Da parte sua il coreografo Roberto Sartori iscrive la vicenda in una dimensione aerea, indefinita, e l’azione, pur seguendo lo sviluppo narrativo originario, si muove lungo un arco di sospensione, luoghi, spazi, tempi, momenti non contestualizzati storicamente e geograficamente, sostenuti “architettonicamente” da raffinate scenografie, proiezioni video e altre efficaci soluzioni tecnologiche, e traghettati dalle musiche create ad hoc dal duo Kousagi Project (Diego Cofone e Chie Yoshida), artisti affermati della scena contemporanea.
Vlada Yurkova in studio
“LAIKA” con Ascanio Celestini
“Laika” di Ascanio Celestini
con Gianluca Casadei alla fisarmonica
voce fuori campo Alba Rohrwacher
Un improbabile Gesù tornato sulla terra vive chiuso in un appartamento di qualche periferia, confrontandosi con i propri dubbi e le proprie paure.
Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla. Dio, tuttavia, l’ha fatto rinascere cieco e gli ha messo accanto uno dei dodici apostoli come sostegno: Pietro, che passa gran parte del tempo fuori casa ad operare concretamente nel mondo.
Con la crisi delle ideologie nate dall’illuminismo e concretizzatesi soprattutto nel novecento anche le religioni hanno subito un contraccolpo: a distanza di un paio di millenni ci troviamo ora a rivivere le incertezze del cristianesimo delle origini. Dubbi esternati in maniera grottesca e ironica dal “povero Cristo” Ascanio Celestini.